Intervista a Silvanana Pampanini

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Sfogliare l’album dei ricordi è più difficile. Se li sono portati via, il giorno di ferragosto. Premi, riconoscimenti, come le medaglie della Legion d’onore e del cavalierato della Repubblica. Poi una lunga lista di oggetti preziosi ottenuti in cinquant’anni di carriera. Quadri, tra cui due di Salvador Dalì, uno di Casciano, un altro di Titina De Filippo, l’unico dipinto dall’attrice. Anche la collezione dei suoi film in videocassette. E’ un dolore che si porta dentro, Silvana Pampanini, la diva degli anni Cinquanta, una delle protagoniste del nostro cinema, simbolo della bellezza italiana nel mondo. Dopo il furto ha dormito per molti giorni in un residence. Ora è tornata a casa. “Non mi vedranno mai piangere”, dice col piglio tipico di una donna che non ha mai avuto peli sulla lingua. Come quando manifesta il dispiacere nei confronti del primo cittadino di Roma: “nemmeno una telefonata da Alemanno”.

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Un grazie alla signora Pampanini per avermi concesso questa intervista che mi ha permesso di conoscere, prima di tutto, una grande donna!

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